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Articoli dello Psicologo |
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“… A differenza dei Paesi Nordici , in Italia non c’è ancora una cultura in grado di identificare in maniera chiara questo fenomeno. Cattiverie, pettegolezzi, vere e proprie malvagità di capi e colleghi sono ritenute molte volte regole del gioco e sdrammatizzati da parenti e amici a cui vengono raccontati. L’individuo, in questo modo si ribella quando ormai è troppo tardi e il danno è fatto …” (Ascenzi e Bergagio, 2000, pp. 65-66).
Non esiste una definizione univoca di Mobbing riconosciuta a livello internazionale. L’ISPESL (l'Istituto per la prevenzione e la sicurezza del lavoro)in Italia definisce il mobbing come una “forma di violenza psicologica intenzionale, sistematica e duratura, perpetrata in ambiente di lavoro, volta alla estromissione fisica o morale del soggetto/i dal processo lavorativo o dall’impresa”. Nel nostro Paese sono circa un milione e mezzo i lavoratori italiani vittime del mobbing su 21 milioni di occupati, il fenomeno è più presente al Nord (65 %) e colpisce maggiormente le donne (52 %). In ordine alla composizione, oltre il 70% lavora nella pubblica amministrazione. (Dati forniti dall'Ispesl 2001).
Leymann individua come gli ambienti lavorativi favorevoli al verificarsi di situazioni mobbizzanti gli ospedali e le scuole (Leymann e Gustafsson, 1996). Rintraccia in questi ambiti condizioni organizzative estremamente precarie e sistemi gerarchici complessi. In ospedale gli infermieri sono sottoposti a due linee gerarchiche distinte: da una parte quella medica, responsabile delle decisioni diagnostico- terapeutiche, dall’altra quella infermieristica (capo sala , capo dei servizi, ecc ) più direttamente responsabili della qualità assistenziale. Il mobbing così può essere esercitato da più categorie di superiori per motivi diversi che vanno dalla volontà di controllo alla paura di perdere il potere nella struttura gerarchica. Inoltre non sempre le decisioni prese dai medici e dalle gerarchie infermieristiche sono tra di loro univoche e questo causa inevitabili difficoltà, disorientamenti, che si sommano ad un appesantimento dei compiti derivate dalla mancanza di personale sufficiente e di criteri organizzativi disfunzionali. In questa situazione soggetti che sono più creativi o più competenti soffrono maggiormente le difficoltà crescenti e possono subire un’emarginazione progressiva per la diversità dei punti di vista.
L’azienda che pratica mobbing spesso non si rende conto dei notevoli costi che deve sopportare in termini di tempo perso (perché il mobber invece di lavorare impiega almeno il 15% del suo tempo a molestare), in termini di rendimento (perché il mobber peggiora il morale dell’azienda tutta), in termini economici (perché l’azienda deve sostenere i costi per eventuali cause civili, costi per sostituire il lavoratore, ecc…) il Mobbing produce anche delle serie conseguenze per l’intera società a causa delle sue ricadute sui contribuenti e gli stessi economisti si rendono conto che il Mobbing rappresenta un pericolo per le casse dello Stato.
Il Mobbing provoca molti danni:
Il mobbing crea gravi problemi per la società tutta, visto che fa lievitare anche la spesa sanitaria ed assistenziale, anche lo Stato è chiamato a fare i conti con tale fenomeno, predisponendo tutti gli strumenti normativi in grado di prevenirlo.